A seguito di contatto pervenuto alla nostra associazione per mezzo del sito, abbiamo avuto modo di verificare la correlazione tra il gioco d’azzardo e l’assunzione di alcuni farmaci prescritti per la cura del morbo di Parkinson.
Una Signora, a causa, della prescrizione e dell’assunzione di farmaci contenti antagonisti della dopamina, di norma utilizzati per la cura del morbo di Parkinson, ha sviluppato una dipendenza dal gioco d’azzardo, che le ha provocato i comprensibili e scontati danni economici che hanno aggravato la sua situazione di indigenza.
Immediatamente, utilizzando le nostre risorse umane, ci siamo attivati per verificare se tale eventualità avesse una base scientifica, e, purtroppo, abbiamo dovuto constatare che, quanto sostenuto dalla nostra assistita, risponde al vero. Riteniamo che sia di una gravità estrema, mettere in commercio e prescrivere farmaci che producono degli effetti così deleteri con ripercussioni sia sul paziente che sulle persone che gli sono accanto, senza che i medici di base e le ASL abbiano provveduto a dare una corretta e completa informazione al paziente.
I farmaci incriminati sono stati posti in commercio nel 1999 ma, solo nel 2005, all’interno del foglietto illustrativo, appariva una dicitura con la quale si invitava il paziente ad avvisare il proprio medico qualora vi fossero state manifestazioni conclamate di dipendenza dal gioco d’azzardo. Riteniamo che, alla luce delle norme che tutelano l’informazione del paziente sui farmaci, tale dicitura sia del tutto inadeguata. Infatti, era compito sia dei medici di base sia delle ASL (oltre chiaramente alla casa farmaceutica) dare un’adeguata informazione al paziente. Era anche compito delle ASL dare una corretta informazione ai medici di base che, in alcuni casi (ci riferiamo al periodo precedente al 2005), sono risultati assolutamente all’oscuro di tale effetto collaterale del farmaco.
Il fenomeno non è marginale, infatti, secondo degli studi risalenti al 2005, più del 60% dei pazienti affetti da malattia di Parkinson curati con medicinali a base di “dopamina” presentano dei sintomi psichiatrici, come ansia o depressione, con disturbi emozionali e comportamentali, che possono sfociare in gioco d’azzardo patologico, alcolismo, bulimia, ipersessualità , shopping compulsivo, mentre, in altri casi, in attacchi di panico, allucinazioni, psicosi.
Questi sono tutti effetti collaterali indotti e correlati all’uso dei medicinali che vengono prescritti, quali il Mirapexin e il Pramipexolo, il cui impatto sui ricettori del cervello si conosce da anni, addirittura dal 1997.
I farmaci appartenenti alla classe dei “dopamina agonisti” viene ufficialmente segnalata come causa certa di questi effetti collaterali, ed era opportuno oltre che doveroso informare sia i pazienti che i familiari del rischio di cambio di disturbi comportamentali dei propri cari.
Al contrario, né le autorità sanitarie, né i medici hanno vigilato sull’assunzione di questi medicinali, con la conseguenza che molte famiglie hanno visto degenerare rovinosamente la malattia e la loro stessa vita, senza una spiegabile ragione.
Riteniamo che tale condotta debba essere censurata e che i danni patiti sia dai pazienti sia inevitabilmente dai congiunti o conviventi degli stessi debbano essere opportunamente risarciti. Negli Stati Uniti sono in corso azioni legali definite class action volte a tutelare i pazienti e i familiari degli stessi per i danni economici subiti.
La nostra associazione ha deciso di combattere questa battaglia legale affianco dei soggetti colpiti da tale dramma, fornendo assistenza supporto medico legale e tutela legale a tutti coloro i quali sono stati toccati da questo caso.